I titoli dell’America Latina sono stati pesantemente travolti dalla volatilità globale e ora sono veramente così a buon mercato che è difficile resistere anche per chi come me non ha molta fiducia nè è un appassionato sostenitore dei mercati emergenti dell’America Latina.
Il rapporto prezzo/utili del MSCI EM LatAm è però solo di poco superiore ai livelli registrati durante la crisi finanziaria del 2008. I prezzi delle azioni in Brasile, Messico, Cile e Colombia non riflettono la capacità di ripresa degli utili aziendali. Il rapporto P/E complessivo è attualmente inferiore del 48% rispetto alla sua media decennale.

Molti investitori hanno sicuramente smontato prima le posizioni rischiose nei Paesi satellite e questo ha depresso le quotazioni. Ma il momento del panico è ormai alle spalle.
Un’inversione possibile
Ci sono ragioni per cui un’inversione di tendenza potrebbe essere imminente. In primo luogo, molti di questi Paesi sono già in una fase avanzata del loro ciclo di innalzamento dei loro tassi di interesse. Il Brasile ha iniziato le manovre a marzo 2020, un anno intero prima della Fed, e le ha già terminate. Il Cile e la Colombia hanno probabilmente solo altri due cicli di rialzo. Ciò che ne consegue è un aggiustamento della parte lunga della curva, con le valutazioni che aumentano quando gli operatori iniziano a discutere dei tagli.
Le materie prime rimangono un fattore critico e tutti questi paesi resteranno molto legati all’andamento del settore.
Cereali
I prezzi dei cereali, ad esempio, che sono un fattore importante per il Brasile, hanno una correlazione più debole con le stime di crescita globale e la guerra tra Ucraina e Russia, due grandi produttori, è lontana dall’avere una soluzione chiara.

I metalli
I metalli di base soffriranno di più se gli investitori continueranno a tagliare le previsioni del PIL globale, ma negli ultimi anni si è sviluppata una certa stagionalità. Il rame, ad esempio, (fondamentale per il Cile) è aumentato nel quarto trimestre in cinque degli ultimi sei anni.
Inoltre, le incertezze politiche sembrano dissiparsi. Le elezioni in Colombia si sono concluse e, anche se non si conoscono ancora le politiche del primo presidente di sinistra del paese, egli governerà in coalizione con i partiti più consolidati. I cileni hanno appena respinto la loro nuova costituzione. Le elezioni in Brasile sono polarizzate tra candidati molto noti e un indebolimento delle prospettive fiscali è già pienamente prezzato, lasciando spazio a sorprese positive.
Infine, le questioni geopolitiche che attualmente colpiscono i Paesi dell’area EMEA lasciano agli investitori che hanno un mandato sui mercati emergenti poche opzioni, favorendo una posizione sovrappesata in America Latina.
Può essere una buona idea di investimento per il medio-lungo periodo che condividiamo con voi.