Negli ultimi giorni i problemi finanziari di Evergrande, una delle più importanti società cinesi che si occupa di sviluppo immobiliare, hanno generato dubbi sulla tenuta del settore immobiliare in Cina e sono stati la causa principale di un grosso calo delle borse avvenuto un po’ in tutto il mondo. Lunedì 20 Settembre il listino americano S&P 500 ha perso l’1,7 per cento, il maggior calo da maggio, mentre Milano ha perso il 2,5. Hanno chiuso in forte calo praticamente tutte le altre borse asiatiche ed europee.

Evergrande è in questo momento la società di sviluppo immobiliare più indebitata al mondo. Dopo essere stata protagonista della grande crescita economica cinese, è entrata in crisi negli ultimi anni, a causa del rallentamento del mercato immobiliare in Cina e delle regolamentazioni più stringenti imposte di recente dal governo per il settore. La dirigenza di Evergrande, inoltre, dati gli ingenti flussi di cassa nel corso degli anni si era lanciata in altri settori cercando di diversificare i propri investimenti senza mai riuscire a trarne notevoli profitti (fece storia l’acquisto della squadra di calcio Guangzhou Evergrande nel 2010 in cui fecero investimenti molto elevati prendendo ad esempio con allenatore Marcello Lippi e vincendo la AFC Champions League 2013).

Attualmente, Evergrande ha più di 300 miliardi di dollari di debiti (circa 255 miliardi di euro), e ha un rischio molto elevato di fallire: una prima data chiava sarà giovedì, in cui dovrebbe pagare più di 80 milioni di dollari di interessi per uno dei suoi bond, e molto probabilmente non ha al momento la liquidità per farlo. Se Evergrande non dovesse far fronte ai propri obblighi, sarà costretta a dichiarare default. Lunedì il valore delle azioni dell’azienda nella borsa di Hong Kong è calato del 10 per cento circa ma dal picco di mercato ha perso più del 90% raccontando una gravissima storia di distruzione di valore.

Evergrande EV Stock Loses $80 Billion in World's Worst Rout - Bloomberg

Il fallimento di Evergrande non deve però essere letto come una storia di un semplicemente fallimento di una società e la fine dell’avventura dell’imprenditore Xu Jiayin. Rischia infatti di provocare un enorme rischio di contagio per tutto il mercato immobiliare e non solo cinese. E sappiamo bene quali conseguenza potenzialmente si possono originare dal rallentamento del mercato immobiliare (la crisi del 2008 è ancora fresca nella memoria degli investitori).

L’azienda, nel corso degli anni, ha accumulato centinaia di miliardi di dollari di debiti (grazie agli enormi flussi di cassa che era in grado di generare) da banche, privati e istituzioni pubbliche, che rischiano di non vedersi restituiti i soldi, cosa che potrebbe creare un effetto a catena di ulteriori crisi ed eventualmente ulteriori fallimenti.

C’è inoltre un numero ancora non charo di privati e aziende che hanno già pagato per abitazioni e uffici costruiti da Evergrande e che rischiano di non vedere il loro progetto completato (Evergrande chiedeva sempre pagamenti completi e in anticipo e al momento l’avanzamento dei lavori è completamente fermo).

La settimana scorsa, nella sede di Evergrande a Shenzhen, nel sud della Cina, c’è stata una protesta di alcune centinaia di persone – evento raro in Cina, dove le manifestazioni sono spesso vietate e represse.

Un altro fattore che preoccupa e al tempo stesso interessa molto gli investitori internazionali in caso di fallimento di Evergrande riguarda l’atteggiamento del governo cinese, che storicamente ha sempre protetto e aiutato le aziende di valore strategico che si trovavano in difficoltà finanziaria: nel corso degli anni, questa garanzia implicita del governo è stata fondamentale per aziende come Evergrande, che hanno potuto fare investimenti azzardati certi che tanto lo Stato in ogni caso avrebbe risolto eventuali probelmi che sarebbero sorti.

Questa crisi però ha dimensioni veramente giganti e staremo a vedere con interesse come il governo deciderà di regolarsi.

Questa crisi infatti si innesta in un periodo molto turbolento e di trasformazione per il regimen comunista che si è recentemente scagliato contro il settore educational e il settore tecnologico.

Il presidente cinese Xi Jinping ha avviato una grande operazione di cambiamento del modello di sviluppo economico cinese, che tra le altre cose ha interessato proprio il settore immobiliare, fragile e pieno di debiti. Per la prima volta, non è escluso che il governo lascerà fallire un’azienda strategica come Evergrande. Il timore dei mercati è che se succederà con un conglomerato così grande, a quel punto il governo cinese potrà fare lo stesso con tutte le altre aziende di sviluppo immobiliare fortemente indebitate che ci sono in Cina, con conseguenze ulteriori per il settore e per l’economia cinese.

Un rischio che ha portato moltissimi investitori ad uscire dal settore immobiliare e dalla Cina in particolare per rifugiarsi in settori ed assett class ritenute più sicuri.

Non tutti gli analisti sono convinti che il fallimento di Evergrande provocherà i grossi problemi temuti dai mercati: secondo la società di analisi S&P Global Ratings, per esempio, la possibilità che si crei un «rischio sistemico per l’economia» è piuttosto bassa. In generale, il settore immobiliare in Cina è estremamente fragile, e il fatto che il governo stia cercando di riformarlo è considerato come uno sviluppo positivo. Il problema è che in alcuni casi, come quello di Evergrande, il governo deve trovare un equilibrio tra riforme e stabilità, equilibrio che non è mai facile trovare.

Nei prossimi giorni continueremo a monitare con attenzione questa crisi.